giovedì 31 marzo 2011

volevi saperne di più?

Il  Mare  Nostrum sta cambiando e non puoi far finta di niente.Vogliamo il tuo contributo alla discussione.

per te che ami il mare e la sua vita , un invito

Sabato 2 aprile -  ore 16:30

Museo  "Vittoria Colonna"  Pescara
Sala Conferenze


GLI SQUALI NEL MEDITERRANEO - DA PREDATORI A PREDE

approfondimenti e tante notizie alla scoperta del fantastico mondo degli squali

martedì 29 marzo 2011

L'arcobaleno

 Quando esce il Sole dopo un acquazzone puoi scorgere tra le nuvole un arcobaleno. La luce bianca, rifratta e riflessa da milioni di goccioline sospese nell'aria, si separa nei colori dello spettro. La luce subisce una leggera deviazione al contatto con la goccia di pioggia (rifrazione) e viene poi riflessa indietro verso l'osservatore dalla superficie curva posteriore della goccia. Così è possibile vedere un arcobaleno soltanto quando ci si pone tra il Sole e la cortina di gocce. La luce, di differenti lunghezze d'onda, è deviata a diverse angolazioni e così i colori diventano chiaramente separati , con il violetto all'interno e il rosso all'esterno dell'arcobaleno.
Sebbene ogni gocciolina rifragga lo spettro completo di colori, l'osservatore vede raggi violetti da un insieme di goccioline, gialli da un altro e così via a causa dei diversi angoli di rifrazione.
L'arco dell'arcobaleno è parte di un cerchio immaginario che ha l'ombra della testa dell'osservatore come centro. Ogni persona vede il proprio, unico, arcobaleno e non può mai raggiungere la sua fine, dato che l'arcobaleno si muove con l'osservatore stesso nel momento in cui questo guarda le goccioline da un angolo differente.
Due fenomeni di riflessione interna alle goccioline creano un arcobaleno secondario, meno brillante, all'esterno del primo, con l'ordine dei colori invertito.

domenica 27 marzo 2011

...3,2,1, via

Bene, ci siamo. L'avventura comincia e confesso di essere un po' emozionata. Il ritmo del mio cuore, lo sento, è accelerato ma riuscirò a riportarlo nella norma concentrandomi sul respiro: un' inspirazione lenta, profonda, fino a sentire l'aria nell'addome che si espande e poi, con naturalezza seguirla nel  suo cammino di ritorno verso l'esterno. Una, due, tre volte sono sufficienti per tranquillizzare la mente, anche quando il professore ha deciso di fare quella domanda proprio a te.