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lunedì 11 aprile 2011
Alla ricerca del picchio della Riserva delle Sorgenti del Pescara
Il picchio verde (Picus viridis)
Il picchio verde ha un piumaggio dai vividi colori, corpo tozzo, coda corta e lungo becco appuntito. Si nutre di larve di insetti xilofagi che cattura inserendo la lunga lingua nelle gallerie scavate nel legno con il becco. Utilizza le zampe puntellandosi con la coda per spostarsi lungo i tronchi e martella continuamente con il becco per ricercare il cibo. Si muove anche a terra dove saltella alla ricerca di formiche In autunno si nutre anche di bacche e ghiande che accumula nel nido. Il volo ondeggiante è tipico dei picchi: dopo 4-5 battiti d’ala per risalire scende in picchiata ad ali chiuse.
In Italia è stanziale. Frequenta boschi cedui e terreni coltivati.
Il periodo dei nidi inizia tra aprile e maggio.
Entrambi i partner scavano una cavità per il nido, spesso nel tronco d’un albero marcio, ad almeno 1 metro dal suolo. La femmina depone 4-7 uova (anche sino ad 11), covate da entrambi i genitori per 18-19 giorni. I piccoli nascono nudi e inetti e devono essere nutriti dai genitori con cibo rigurgitato per circa 3 settimane finchè sono in grado di provvedere a se stessi. Se l’inverno è rigido i picchi verdi, uccelli non migratori, possono soffrire per la mancanza di cibo, che provoca sensibili cali nella loro popolazione. E’ una specie protetta.
Sarà lui?.....oppure......
sabato 9 aprile 2011
Nido di picchio
Siamo sempre nella Riserva delle Sorgenti del Pescara.
Quale sarà il picchio che ha trovato il rifugio per i suoi piccoli sul tronco di questo pioppo?
foto di Antonella con Nikon S1
Quale sarà il picchio che ha trovato il rifugio per i suoi piccoli sul tronco di questo pioppo?
foto di Antonella con Nikon S1
mercoledì 6 aprile 2011
L'asparago della Riserva delle Sorgenti del Pescara.
L’equiseto deve il suo nome al latino equus (cavallo) e saeta (crine) per la sua somiglianza alla coda del cavallo. E’ diffuso in molte parti di Europa, Asia, Medio Oriente e Nord America.
Discendente di un grande albero, parente stretto della felce, che cresceva 400 milioni di anni fa durante l'epoca paleozoica, l'equiseto è una pianta senza fiori e vere e proprie foglie, con steli cavi e germogli che sembrano asparagi. Cresce in luoghi umidi, in prossimità di corsi d’acqua, spesso su terreni argillosi dai quali assorbe silice e altri minerali che trasforma in composti biodisponibili per l’uomo. L’equiseto è una pianta conosciuta sin da epoche antiche per le sue virtù terapeutiche, soprattutto remineralizzanti e diuretiche.
lunedì 4 aprile 2011
Un'escursione alle sorgenti del Pescara ...
dove il fiume è protetto ed è ancora possibile incontrare una spendida varietà di uccelli e numerosi altri abitanti di questa zona umida delle Gole di Popoli. (4 aprile 2011- classi 1I,1G,1E,2P del Liceo Scientifico Da Vinci di Pescara)
l'immagine è stata scattata da me con una Nikon S1
l'immagine è stata scattata da me con una Nikon S1
giovedì 31 marzo 2011
volevi saperne di più?
per te che ami il mare e la sua vita , un invito
Sabato 2 aprile - ore 16:30
Museo "Vittoria Colonna" Pescara
Sala Conferenze
GLI SQUALI NEL MEDITERRANEO - DA PREDATORI A PREDE
approfondimenti e tante notizie alla scoperta del fantastico mondo degli squali
Museo "Vittoria Colonna" Pescara
Sala Conferenze
GLI SQUALI NEL MEDITERRANEO - DA PREDATORI A PREDE
approfondimenti e tante notizie alla scoperta del fantastico mondo degli squali
martedì 29 marzo 2011
L'arcobaleno
Quando esce il Sole dopo un acquazzone puoi scorgere tra le nuvole un arcobaleno. La luce bianca, rifratta e riflessa da milioni di goccioline sospese nell'aria, si separa nei colori dello spettro. La luce subisce una leggera deviazione al contatto con la goccia di pioggia (rifrazione) e viene poi riflessa indietro verso l'osservatore dalla superficie curva posteriore della goccia. Così è possibile vedere un arcobaleno soltanto quando ci si pone tra il Sole e la cortina di gocce. La luce, di differenti lunghezze d'onda, è deviata a diverse angolazioni e così i colori diventano chiaramente separati , con il violetto all'interno e il rosso all'esterno dell'arcobaleno.
Sebbene ogni gocciolina rifragga lo spettro completo di colori, l'osservatore vede raggi violetti da un insieme di goccioline, gialli da un altro e così via a causa dei diversi angoli di rifrazione.
L'arco dell'arcobaleno è parte di un cerchio immaginario che ha l'ombra della testa dell'osservatore come centro. Ogni persona vede il proprio, unico, arcobaleno e non può mai raggiungere la sua fine, dato che l'arcobaleno si muove con l'osservatore stesso nel momento in cui questo guarda le goccioline da un angolo differente.
Due fenomeni di riflessione interna alle goccioline creano un arcobaleno secondario, meno brillante, all'esterno del primo, con l'ordine dei colori invertito.
Sebbene ogni gocciolina rifragga lo spettro completo di colori, l'osservatore vede raggi violetti da un insieme di goccioline, gialli da un altro e così via a causa dei diversi angoli di rifrazione.
L'arco dell'arcobaleno è parte di un cerchio immaginario che ha l'ombra della testa dell'osservatore come centro. Ogni persona vede il proprio, unico, arcobaleno e non può mai raggiungere la sua fine, dato che l'arcobaleno si muove con l'osservatore stesso nel momento in cui questo guarda le goccioline da un angolo differente.
Due fenomeni di riflessione interna alle goccioline creano un arcobaleno secondario, meno brillante, all'esterno del primo, con l'ordine dei colori invertito.
domenica 27 marzo 2011
...3,2,1, via
Bene, ci siamo. L'avventura comincia e confesso di essere un po' emozionata. Il ritmo del mio cuore, lo sento, è accelerato ma riuscirò a riportarlo nella norma concentrandomi sul respiro: un' inspirazione lenta, profonda, fino a sentire l'aria nell'addome che si espande e poi, con naturalezza seguirla nel suo cammino di ritorno verso l'esterno. Una, due, tre volte sono sufficienti per tranquillizzare la mente, anche quando il professore ha deciso di fare quella domanda proprio a te.
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